LA “CANTERA” DEL VIELLO
Tutti voi cresciuti nella cantera del “Viello”, siete tante piccole parole che contribuiscono a scrivere la storia del Trofarello.
Quella del tempo recente.
Non quella degli albori.
Non quella odierna e delle ultimissime stagioni. Quella di quando il Viello era palestra di calcio ed anche di vita. Quella dove si affermavano dei valori. Quella del periodo in cui Gianni Miná rimembrava i favolosi anni sessanta, c’erano le notti magiche dei mondiali, a San Salvatore Monferrato i tifosi -a forza di spingerla- abbattevano una rete di recinzione ed a Felizzano eravamo diventati amici dei carabinieri, che quando arrivavano i trofarellesi presidiavano campo e spogliatoi per garantire l’incolumità dei padroni di casa.
Quella dove si era tutti figli degli stessi colori: bianco e rosso.
Quando hai calcato le zolle aride del Viello, ti sei allenato con la luce fioca dei riflettori meno luminosi d’Europa, che diventava un plus perché creava un’atmosfera intimistica, ti sei sdocciato negli spogliatoi che erano più tetri dei peggiori Bar di Caracas ed hai mangiato le pizze dei Senese, non puoi non essere annoverato tra quelli della Cantera.
E via con la pellicola dei ricordi, la nostra personale “Hall of fame”: Raffaele Checchin, Cesco Alberighi, Mario Bosini,Gino Guglielmo, Gigi Colonna, Andrea “Ballington” Balestracci, Sergio Zusso, i fratelli Anastasia, Bartolo e Valentino Razzano, Rocco Sabatini, Gabriele Ratto, Francesco Oliverio, Raffaele Scarino, Michele Senese, i segretari Renato Costantino e Attilio Mancinelli, Alberto Scaiola, Piero Taddio, Gianluca Pappacena, Giovanni Ferrero, Mario Baldassa, Stefano Tomassetti, Toni Marchio, Saverio Monciero, Gabriele Mascia, Peppino Ferrara, i fratelli Biancato, Mauro Sandri, la dinastia dei Patuzzi, Natale Zanfini, Gino Cesareo, Nello Bozzo, Enrico Mogliotti, Pandi, Alfio Sangiorgi, i presidenti Mathis e Varetto, Enzo Mezzasalma, i portieri Bruno Sodero, Giovanni Pagano e Aronica, Nello Tafuro, Marco Serra, Valter Bosini,Silvano Toso, Thomas Noviello, Corrado Vaschetti, Giuanin Giubergia, Beppe Belmonte, Claudio Curasì, Amadeus Sorgato, Enrico Mondin, Giuseppe Franco, Armando Piana, Prestipino, Toni Zaza, Sergio “the marvillous” Marangoni, Silvio Fioriello, Max Monnanni “portaci in Europa” come si cantava dalle tribune, Mauro Bissacco, il ragno nero Pasquero, Massimo “gamba di sedano” Mascia, Ale Dominin (fortunato perché abitava vicino al campo), i Capitani: Riccardo Montini, Fabio Gregori, … (seguirà)
Il senso di appartenenza, la trofarellesitá, il calore di quei tempi, le trasferte in pullman dei tifosi, il club al Bar Vecchio Mulino, tutto disperso, tutto annientato.
Non dimenticherò mai un mister che voleva sedersi sulla panchina del Mazzola e dopo essersi proposto e riproposto disse: “sono disposto a pagare, perché una tribuna così è impagabile”.
E quando vedi che non è più come era, affoghi la malinconia nel ricordo.