E’ stata tua la colpa…

A Torino, come a Roma, come a Livorno e come non so dove, è “sempre colpa” di quelli che c’erano prima. La domanda che mi pongo è: quanto tempo ci vuole per poter affermare senza nessun plausibile dubbio che i meriti (od i demeriti) sono di chi governa od amministra?

Un mantra ossessivo, uno scudo inscalfibile.

In quanto tempo (minuti, giorni oppure settimane, mesi, anni o decenni) si può supporre che le scorie contaminanti vengano bonificate e finalmente ci si possa sottoporre al giudizio degli elettori?  

Lo trovo veramente stucchevole, anche se capisco perfettamente che per un certo periodo possa essere funzionale a coprire delle mancanze, l’inesperienza o -per davvero- degli elementi tossici di difficile bonifica.

Alla lunga penso che saranno soprattutto i pentastellati a pagare dazio. Ed un poco mi dispiace pure. Pur non concependo il partito “one man show”, teleguidato dal blog, amministrato dalla piattaforma, non posso non riconoscere che il Movimento ha sdoganato una generazione di politici che forse mai, in un’altra situazione, si sarebbero affacciati alle porte dei colli romani.

E poi la passione. Tanta, soprattutto in alcuni. Anche amici miei fraterni.

Arrivati ai giorni nostri (mi fa ridere scriverlo ma -a volte- nella fase politica che stiamo vivendo, quello che è successo un mese fa, pare lontano anni luce) mi debbo invece appellare ai 5S.

Per la democrazia spero, come scrivevo ieri un altro post, che i pentastellati sappiano mettere un freno allo tsunami populista. E -se necessario- sappiano anche staccare la spina.

Italiani.

Non siamo quello che vogliono farci apparire. Non camperemo senza umanità. Non moriremo razzisti.

Non possiamo, non lo vogliamo e lo dobbiamo a noi stessi.  

 

https://www.youtube.com/watch?v=kpZhM1Un23g

Di 5S e Lega. E di informazione.

In questi giorni, in giro, su internet, si discetta di governo, di informazione, di amplificazione delle dichiarazioni di Salvini… 

Il sunto è più o meno questo:

– La colpa è del PD (a prescindere) perché non ha fatto l’accordo con i 5S
– L’informazione social ha la responsabilità di amplificare delle sparate propagandistiche
– La porcata della legge elettorale
– Le opposizioni debbono lavorare assieme a Lega e 5S per il bene dell’Italia

Nell’ordine sostengo che:
-chi ha vinto le elezioni deve governare, anche se penso che questo esercizio non debba essere fatto a tutti i costi
-l’informazione social sta facendo ora esattamente ciò che fa da quando si è diffusa. E ciò che ha fatto dai primi vaffa day in avanti. Questa doppia morale rispetto alla quale mi va bene quando mi serve e mi disturba quando mi ostacola la trovo infantile
-la legge elettorale doveva essere migliore e lo sarebbe stata se tutti avessero partecipato alla sua redazione anziché fare il tiro al piccione per fini puramente elettorali
-le opposizioni debbono fare l’opposizione: dura, attenta, puntuale. Chi governa deve governare, meglio che può nell’interesse di tutti.

E chiudo.
Per una parte di elettorato pentastellato è normale non riuscire a digerire e soffrire della peggiore insonnia a causa delle sparate di Salvini. Rammento che a tutto c’è un limite. Quando la misura è colma (e credo che non siamo particolarmente distanti). C’è un confine, neppure troppo labile tra il voler giustificare, il tollerare e la connivenza. Secondo me lo si è già oltrepassato. 
La maturità politica dei pentastellati si potrà valutare anche dalla capacità di mettere un argine a coloro che hanno sorpassato a destra in fatto di populismo becero (non di destra e neppure fascista, mi verrebbe da dire), solo populismo e solo becero.

Stanati i maltesi.

Finalmente abbiamo stanato i maltesi. Potremmo anche pensare ad una vera e propria dichiarazione di guerra nei confronti de La Valletta.

E poi basta. Curiamoli a casa loro. E se una casa non la hanno meglio, così c’è la scusa per non curarli proprio.
Mi verrebbe da dire il solito a parti invertite ma lo risparmio in primis a me stesso. Perché non si fanno calcoli sulla vita delle persone. Non serve invertire nulla.
Cosa siamo diventati però me lo domando. E non mi piace. 
L’ariditá di queste scelte e di questi anni, saranno alimento di carestia.

Dalla pagina Facebook di Potere al Popolo

QUALCUNO CHE DICE COME STANNO LE COSE IN QUESTO PAESE!

Condiviamo totalmente e vi invitiamo ad ascoltare e a diffondere le parole di Aboubakar Soumahoro, sindacalista dell’ USB Unione Sindacale di Base.

Un compagno che conosciamo da quasi vent’anni, al cui fianco abbiamo costruito la mobilitazione @Fight/Right – Verso il 16 Dicembre.

Non uno che parla per partito preso, ma uno che quotidianamente combatte al fianco dei lavoratori più sfruttati, i braccianti delle campagne italiane, i primi a essersi mobilitati per il barbaro omicidio di Soumayla Sacko.

Aboubakar coglie il punto: una classe politica incapace e antipopolare ha costruito lo spauracchio, la paura del diverso, dei migranti, da agitare perchè non emergano i problemi reali, perchè non si parli di distribuzione della ricchezza, perchè bianchi e neri non si mettano insieme.

Anche i braccianti di San Ferdinando saranno in piazza a Roma il 16 giugno con noi, per chiedere che nessuno più viva da schiavo, perchè sia fatta verità e giustizia per Soumayla!

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=958712107645861&id=100005212410484

Lo scrivevo il 10 giugno 2016

E’ interessante il dibattito in questi giorni sulle alleanze relative ai ballottaggi. Sfugge secondo me, ai post dei più, un dato che si sta palesando in maniera quasi inconfutabile: sta mutando pelle l’intero sistema di appartenenza. E del senso di appartenenza. Con la disintegrazione dei partiti è diventato tutto fluido. La stratificazione non crea più accorpamento attorno ad un ideale o ad un contenitore politico.
L’appartenenza ad un partito e la relativa disciplina, sono fattori che non determinano più la scelta. E nelle amministrative, dove entra in gioco anche la conoscenza diretta dei candidati, si assiste ad un’esasperazione della voglia di poter scegliere senza “farsi consigliare”, di poter essere padroni del proprio destino. Ed è diverso, credo, dal semplice voto di protesta.
Ai partiti sta sfuggendo questa voglia di reinterpretazione del voto del cittadino.
Gli apparati, le segreterie, le direzioni sono anacronistici, fuori dal tempo, sorpassati. Parte di un mondo che non esiste più. E che queste amministrative, penso, affosseranno definitivamente.
Non so quale sarà la soluzione ma penso (forse con una certa presunzione) che chi non si adegua scompare.
E’ da rivedere il modo di fare politica dei partiti che, con la scomparsa delle sezioni, si è troppo allontanata dal sentire delle persone. E le sezioni che ancora esistono, hanno perso completamente (o quasi) il senso della loro funzione.