Gino


😢Anni interi su e giù per il Piemonte, ogni domenica a seguire la squadra di calcio locale, ogni trasferta un viaggio, ogni viaggio un modo per approfondire la conoscenza, per corroborare un’amicizia inossidabile, capace di resistere anche alla scarsità di frequentazione, che era scemata quando la passione per il tifo venne meno.

Ci divideva la politica, la passione calcistica per squadre che non coincidevano.

Ci univa la franchezza nel rapporto, la sincerità, la voglia di parlarsi.

Non potrò mai dimenticare la tua capacità di entusiasmarti, fosse per una partita o per l’organizzazione di un concorso di bellezza…

Ti avrò fatto ripetere allo sfinimento la storia di quanto tuo padre arrivò in Piemonte e vide per la prima volta la nebbia. Mi faceva morire dal ridere e mi fa ridere anche adesso mentre scrivo ed un po’ piango.

L’amore per i tuoi figli ed i tuoi nipoti: quando ne parlavi cambiavi espressione.

Poi quando ti sentisti male, non volevi nessuno in ospedale ma io venni lo stesso perché sapevo che ti faceva piacere. E te lo fece.

Ed ora non ci sei più, Gino di Trofarello.

E non potrò neppure esserci al funerale perché sono all’estero per lavoro.

Io non frequento cimiteri, per una questione mia, per te farò uno strappo alla regola, perché ti voglio salutare l’ultima volta.

Addio amico mio

❤️

SanRemo

Non mi sento assolutamente di colpevolizzare la platea dell’Ariston per essere “scappata” di fronte all’esibizione di Geolier. Loro hanno pagato (e credo profumatamente) un biglietto per assistere ad uno spettacolo che fosse di loro gradimento. E quando questo non si è concretizzato hanno reso palese il dissenso.

Il problema è culturale.

“Pago, voglio, pretendo”, questo è il pubblico dei “con i soldi mi compro quello che voglio e non ho rispetto di nessuno, non mi piego neppure alle regole minime della buona creanza”, non rispettando neppure l’investimento che ho fatto.

Questa platea, forse e purtroppo, è figlia di un prato verde dove c’erano uomini vestiti da Vichinghi ed altri che, ruttando, seminavano odio contro la loro stessa patria.

Questa platea è nipote di Capitol Hill, esperienza con lo stesso seme di quella nostrana, i cui frutti sono razzismo, esclusione, intolleranza.

In sintesi: è un fenomeno mondiale, un vento puzzolente che inquina più di tanto altro.

Questa platea, per me, è stata come una curva becera, come quelle che si incontrano in certi stadi, come quelle che augurano eruzioni e bradisismi.

E voglio razionalizzare e forse semplificare il concetto, come fece un genio partenopeo degli striscioni agli attacchi di una parte di una curva omofoba: “Giulietta è na zoccola”
🤣🤣🤣

Gioventù

“Sento ancora l’odore della sabbia e mi ricordo la gioia di tutti”

VM1°