ACQUI: Bodrito; Minelli (1’st Ciberti), Cimino, Morabito, Costa; Genocchio, Rondinelli (43’st Aresca), Campazzo (19’st Manno); Zunino (14’st Bollino), Massaro, Ivaldi. 12 Rovera 13 Capizzi 15 Cavallotti 17 Toti 18 Biorcio. All. Arturo Merlo
SANGIACOMO CHIERI: Gilardi; Parrino, Rimedio; Anselmi, Romano, Berrone; Bechis, Olivero (12’ st Balan), Vergnano, Perrone (43’ st Di Gregorio), Veglia (21’ st De Grandis). 12 Catana 13 Cannizzaro 14 Sollazzo 17 Cosola 18 Velardita 19 Presta. All. Enrico MiglioreTERNA: Miletto di Bra 6 (Al Taie e Colacicco di Ivrea)
RETE: 3′ s.t. Perrone
“Il Sangiacomo ha meritato di vincere, quasi di stravincere, ha disputato una grande partita, presente su tutti i palloni, con più lucidità, con più cattiveria agonistica, con più idee. Sono stati bravi, hanno vinto meritatamente”. Musica e parole di Arturo Merlo, allenatore dell’Acqui.
La cronaca del match potrebbe finire qui, l’istantanea del mister termale è la sintesi perfetta della gara che il Sangiacomo si aggiudicava di misura (0-1) in quel di Acqui.
Con la coperta ancora cortissima in attacco, Chico Migliore dava sostanza e compattezza al reparto difensivo con Romano e Berrone (sempre più “prepotenti” le prestazioni del millennial) a fare da cerniera centrale, supportati sulle fasce dal neo sposo Parrino e da Rimedio, al rientro dopo un leggero infortunio.
In zona nevralgica, a corroborare gli inserimenti di un incisivo Perrone, si allineavano Olivero e Anselmi, la cui possanza muscolare diventa imprescindibile quando si palesa la necessità di fare a “sportellate”.
Dalla trequarti all’area avversaria si disponevano Bechis (inesauribile e talvolta devastante) che faceva da specchio a Veglia sulla corsia opposta, con Vergnano attore inedito nel ruolo di falso “nueve”.
Merlo, come avrebbe dichiarato ulteriormente durante le interviste, aveva subodorato l’imboscata, schierava il consueto 4-3-3 che, però, non sarebbe mai riuscito, se non in sporadiche situazioni, ad arrecare disturbo al pomeriggio ottobrino di Gilardi.
Perrone, attorno al 20’, saggiava la consistenza dell’esperto Bodrito, che respingeva la conclusione dell’incursore chierese. Ancora l’estremo di casa, protagonista questa volta in negativo quando, al 29’, cercava di addomesticare il pallone in presa alta, non riuscendo però a bloccare la sfera che scaracollava tra i piedi di Bechis, la cui pronta conclusione si schiantava sul montante.
L’unica azione termale degna di nota vedeva protagonisti Ivaldi e Massaro, le cui ambizioni venivano annichilite da un intervento in scivolata di Berrone.
E quello che Berrone conserva, Perrone crea. Dopo la pausa, al 3’, l’interno leoncino sedeva Costa e uccellava Bodrito con un diagonale chirurgico.
I termali non ci stavano. Merlo, da esperto bucaniere, mescolava le carte, passava alla difesa a tre e aumentava il potenziale offensivo, ma la Maginot difensiva leoncina non capitolava.
Erano, anzi, Romano e compagni, con più carburante nel serbatoio, a provare a mettere in cassaforte il risultato con Bechis (28’ tiro dal limite dei sedici metri che concludeva fuori la sua corsa), De Grandis (35’, atterrato in area di rigore, con un intervento della difesa locale molto sospetto) e Perrone (38’, imbeccato da Bechis, concludeva in acrobazia fuori dallo specchio della porta).
Massaro, allo scadere, quando la lancetta dei secondi dell’extra time aveva concluso definitivamente la sua corsa, cristallizzava per alcuni secondi la circolazione sanguigna dei chieresi, che si riavevano quando la palla si perdeva sul fondo ed il direttore di gara sanciva la fine dell’incontro.
Dopo la beffa contro l’Arquatese (gara vinta sul campo ma persa a tavolino 0-3 per un problema di tesseramento), la vittoria nel turno infrasettimanale di Coppa contro il Cit Turin (ribaltato il 2-0 dei padroni di casa con 3 marcature in 20’ e conquistato il passaggio del turno), questa affermazione in terra termale è un’importante segnale, di più ampio respiro perché afferma la validità del percorso intrapreso e sostanzia un progetto di prospettiva che i leoncini inseguivano da alcune stagioni.
Quella del presidente Tedesco è la più giovane tra tutte le formazioni dei quattro gironi di Promozione.
La meglio gioventù chierese si sta alzando in volo.