Giancarlo

È incredulità soprattutto, quella di vedere un grande e caro amico ormai inerme.

Fra non molto avremmo festeggiato 50 anni di legame. Sempre amici. Da quando ti conobbi con quel cinquantino verde che usavi per sconfiggere la lontananza da casa tua al centro del paese. Poi la vespa. Poi la memorabile festa dei tuoi 18 anni. E come non ricordare quando mi insegnasti a guidare l’auto, al campo sportivo, io imbranato ed incapace. Mi vengono in mente altri innumerevoli flash: i gelati che portava tuo padre, quando tentaste di affogarmi in piscina (non sapendo che non sapevo nuotare), pranzi e cenette, cose che non si possono scrivere…

Il sonno che ci siamo divisi nello stesso letto, da una piazza e mezza, in situazioni di emergenza, a San Giorgio.

E poi la tua permanenza a Milano, il ritorno a Napoli, il matrimonio con Anna, Ermanno, la passione per il Napoli, le camminate per smaltire peso e le successive colazioni, i lutti che hanno colpito prima me e poi te.

L’anno passato, una sera di fine agosto, unici “pinguini” in piazza, a tentare di vedere una partita del Napoli, con un vento che ci tagliava in due, una connessione che non funzionava molto e l’idea di Ermanno di seguire la partita usando immagini da un telefono e audio da un’altro smartphone.

Fino a quest’anno e mai come quest’anno, siamo stati a raccontarcela fino a tarda ora, in quella piazza dove ci eravamo conosciuti, sfruttando ogni minuto a disposizione.

E poi…

Giancà, di una cosa sono certo, mi mancherai, assaje 🖤